Vuoi influire, coinvolgere, dirigere i comportamenti dei visitatori del tuo stand fieristico verso il tuo obiettivo espositivo? Ecco come!
Scopri qui una delle strategie di marketing fieristico più potenti e discrete da usare per avere uno stand di successo.
5 domande e risposte per fornirti tutte le informazioni utili sull’argomento.
Jeffrey Gitomer, grande guru americano sulle tecniche di vendita, anni fa scrisse:
“ALLA GENTE NON PIACE CHE GLI VENGANO VENDUTE LE COSE, MA ADORA COMPRARE”
Questa frase, all’inizio dei miei studi sul marketing, ed in particolare sul marketing fieristico, mi intrigò particolarmente. Non riuscivo ad immaginare cosa e come fare affinchè un’azienda, un venditore, un imprenditore, potesse camuffare i propri propositi di business, come appunto il vendere in fiera, in un modo tale che il pubblico le leggesse e vivesse invece come intenzioni proprie all’acquisto.
Premetto che successivamente ho compreso molte strategie di marketing applicabili in fiera per riuscire a generare questo ribaltamento, ma in questo articolo voglio regalarti una modalità che ti permetterà di attirare clienti allo stand ed in contemporanea di allestire uno spazio espositivo di grande effetto e ritorno.
CREA NELLO STAND FIERISTICO UNA SOUND EXPERIENCE
Ma facciamo un passo alla volta.
1 – Cos’e’ una sound experience fieristica?
Una sound experience è un’architettura sonora (cioè una costruzione ben studiata di suoni) che:
- Riesce ad esprimere l’identità dell’azienda, del prodotto o servizio, e dello spazio;
- Interagisce con il visitatore dello stand fieristico. Lo influenza, dirige, coinvolge, suggestiona, emoziona;
- Modella, ma anche “seleziona” il cliente ideale ed il target di riferimento;
- Ha la funzione di suscitare interesse verso il nostro stand in fiera ancor prima di farci entrare;
- Ha la capacità di annullare il senso del tempo quando sei all’interno dell’allestimento fieristico.
Sottrai minuti di loro disponibilità verso i tuoi competitors; - E’ pensata anche per far allungare il tempo di permanenza all’interno dello stand espositivo. Quest’ultimo punto fa leva su quel comportamento, tipico umano, che porta a trattenerci in auto, anche se siamo arrivati a destinazione, fino a quando la canzone che ci piace in radio non ha termine.
Ciò permette di far “assorbire meglio” la tua realtà e il condizionamento indiretto che hai costruito intorno a lui. - Va assolutamente supportata, ambientata e collegata con le altre esperienze sensoriali ma non solo. Oltre ai sensi la sound experience fieristica fa appello anche alla mente, all’emotività, alla memoria.
Se l’intento è quello di realizzare uno stand di successo capace, in altre parole, di collaborare attivamente e completamente al raggiungimento dei tuoi obiettivi in fiera, è fondamentale che tutto l’allestimento fieristico lavori nella medesima direzione, come un’orchestra musicale.
Ti riporto, infondo all’articolo, un paio di esempi che non sono purtroppo stand fieristici, ma attività commerciali di tutto punto, che possono restituirti l’efficacia di questo modello di “esperienza multidirezionale”.
2 – Esistono diverse tipologie di sound experience da poter usare in fiera?
Sì, ne esistono diverse, sia da poter usare in fiera ma anche fuori.
Ecco alcuni esempi di “architetture sonore”:
- Sound Logo;
- Sound branding;
- Audio branding;
- Brand voice;
- Ecc..
Ogni tipologia è funzionale a diverse situazioni, scopi, usi, tipologie di prodotto o servizi, azienda, target ecc. Sono semplicemente costruzioni differenti di sonorità. Non c’è un “meglio o peggio”.
E’ bene però anche fissare in modo univoco cosa si intende per suono o sonorità:
E’ tutto ciò che ha una vibrazione uditiva e che è percepito dall’orecchio.
La lista quindi è piuttosto estesa e spazia dalla musica, ai rumori, ai versi degli animali, alla voce, per passare anche dalla sua assenza di vibrazione: il silenzio.
Quest’ultimo, se opportunamente usato ed ambientato, ha un potere emozionale fortissimo.
Per non aver dubbi:
NON SONO “sound experience”: Gli spot radiofonici e televisivi e neanche i file audio registrati con le offerte fiera da mandare “on air” nel tuo spazio espositivo;
SONO “sound experience”: Quei suoni che hanno tutte le caratteristiche illustrate nella prima domanda.
3 – Ma come si costruisce un’architettura sonora per uno stand fieristico?
I passaggi fondamentali per costruire un’architettura sonora per uno stand fieristico sono 7…
- Trovare un “architetto sonoro”. Cioè quel professionista capace poi di generare l’architettura sonora da utilizzare nel tuo evento fieristico;
- Si crea un team di lavoro composto da: architetto sonoro, imprenditore e/o direttore marketing, architetto stand, tecnici audio ed impiantisti, professionisti musicali (ma anche olfattivo). Questo pool di professionisti (con l’aggiunta di altre figure eventualmente se necessarie) ha il compito di dar vita ad uno stand fieristico di successo funzionale ad interagire a 360° con i visitatori;
- Si procede con l’analisi del brand, del suo posizionamento e del suo ologramma cliente ideale;
- Si lega il tutto alla strategia di marketing fieristica che l’azienda intende adottare in base all’obiettivo che si è prefissata di raggiungere con la partecipazione;
- Si arriva quindi a definire, tutti insieme, il progetto dello stand nella sua completezza: Dinamiche, ambientazioni, spazi, colori, materiali, suoni, odori, emozioni, suggestioni, percorsi, ecc.;
- Se possibile, fare delle verifiche o simulazioni prima della realizzazione per verificarne l’efficacia e correggere eventuali imperfezioni;
- Si passa poi a realizzare lo stand in fiera.
4 – A cosa bisogna stare attenti quando si realizza un’architettura sonora per uno spazio fieristico?
- QUALITA’ DEL SUONO/ IMPIANTO AUDIO. La resa acustica è molto importante e deve essere fatta in coerenza con quello che è il messaggio/scopo che si intende restituire al visitatore. L’ascolto deve essere pulito, avvolgente e con una “pressione sonora” adeguata alle attività e funzioni di ogni singolo spazio dello stand fieristico.
- IMPATTO EMOTIVO. Bisogna stare molto attenti alla scelta di un’atmosfera sonora particolarmente emozionante. Può generare nell’intimo delle persone uno stato emotivo molto impattante.
Smuovere sentimenti profondi o evocare ricordi ancora molto vivi, può distogliere e deconcentrare dall’esperienza che si intendeva far vivere ai nostri cliente e, addirittura, far sorgere l’esigenza contraria di volersi allontanare velocemente da quella situazione e quindi di uscire dal nostro allestimento fieristico. - SUONI ESTERNI. Un conto è realizzare un’architettura sonora per uno spazio ben definito e confinato come può essere un negozio, un altro conto è realizzare un’architettura sonora per uno stand fieristico.
Gli stand, nella maggior parte dei casi, non sono altro che spazi allestiti all’interno di un grande contenitore chiamato padiglione. Per questioni di sicurezza, queste superfici non possono essere chiuse da un soffitto. Al massimo, e questo varia da fiera a fiera, può prevedere un soffitto chiuso solo una piccola parte proporzionalmente alle dimensioni dell’area affittata.
Tutto ciò comporta che, durante un evento fieristico, i rumori ambientali dell’intero padiglione influenzino, più o meno, gli equilibri acustici del nostro spazio espositivo. Tienine conto.
5 – Ci sono esempi di successo di “esperienza multidirezionale”?
Te ne riporto 2.
HOLLISTER CO.
Ispirati all’ambiente “marittimo” della California del sud ed in particolare alla figura dei surfisti, ed inizialmente rivolto ad un target di età dai 14 ai 18 anni.
I loro punti vendita sono una “trasposizione sensoriale e fisica” della loro ispirazione e, tutto ciò che è nei loro negozi, parla del brand ed identifica il suo target.
Dalla facciata, che ricorda le case tipiche del sud California, alle lampade puntate solo sui capi passando alle varie decorazioni. Ma si punta anche al profumo diffuso nell’aria, ai commessi e commesse vestiti da spiaggia, ai monitor con i video dei surfisti tra le onde dell’oceano. E, dulcis in fundo, la musica a volume abbastanza alto, che risale da una playlist scelta dai brani usciti in America.
BUDDHA – BAR.
Influenzati sia nell’arredamento, che nel cibo, ai paesi asiatici, i Buddha-Bar sono conosciuti in tutto il mondo per 2 caratteristiche: la statua dorata del Buddha che accoglie i clienti (prevalentemente giovani di successo e turisti in visita in città) al centro dell’atrio e per le creazioni musicali che aleggiano tra le mura di questi locali.
Quest’ultime hanno reso non solo famosi i Buddha-Bar nel mondo, ma sono addirittura diventate delle compilation musicali, differenti per tipologia di atmosfere ricreate, che vengono appunto rivendute come architetture sonore.
Se vuoi conoscere altri metodi per influire, coinvolgere, dirigere i comportamenti dei visitatori del tuo stand fieristico verso il tuo obiettivo espsitivo, leggi il mio libro ‘Come “spremere” uno stand. Clicca qui per ricevere informazioni su come entrarne in possesso.
Al prossimo articolo!
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